Ecco le differenze!
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La produzione mondiale di plastica è di oltre 450.000.000 di tonnellate all’anno.
Attualmente, solo una piccola parte di questa plastica viene riciclata, mentre la parte restante viene rilasciata nell’ambiente, dove può rimanere per molti anni prima di degradarsi completamente. (Pellini et al., 2018) In letteratura si fa distinzione tra macro, micro e nano plastiche, ma le microplastiche (MP) sono state anche descritte come pezzi di plastica di dimensioni comprese tra 1 μm e 5 mm (Lassen et al., 2015).
Nanoplastiche (1nm – 1µm),
Microplastiche (1µm -5mm)
Mesoplastiche (1mm – 1cm)
Macroplastiche (1cm – 100cm)
Le microplastiche possono essere classificate come primarie e secondarie in base al loro meccanismo di formazione (Sundt et al., 2014).
Microplastiche Primarie
Sono le microplastiche rilasciate direttamente nell’ambiente sotto forma di piccole particelle (<5 mm).
Le microplastiche primarie possono essere aggiunte come ingrediente nei prodotti per la cura personale, come dentifrici, gel per la doccia, bagni liquidi, esfolianti, nei detergenti, scrub, o microsfere per la protezione solare dei cosmetici, ecc.
Uno scrub contiene fino a 360.000 microsfere di PMMA o di PA12. Possono anche derivare dall’abrasione di oggetti di plastica durante la loro produzione o il loro utilizzo (ad esempio, il lavaggio di indumenti sintetici).
Microplastiche secondarie
Sono le microplastiche derivanti dalla degradazione di oggetti di plastica più grandi in frammenti di plastica più piccoli, una volta inserite nell’ambiente marino.
Questo avviene normalmente attraverso processi meccanici come l’erosione e l’abrasione (onde oceaniche, maree) e attraverso fattori ambientali come gli agenti atmosferici e la fotodegradazione dei rifiuti, principalmente la radiazione solare (sacchetti di plastica abbandonati, reti da pesca perse, ecc.)
