alla scoperta del blu egizio dalle arti alle scienze.
ALLA SCOPERTA DEL BLU EGIZIO DALLE ARTI ALLE SCIENZE.
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Il 21 novembre 2024, presso il Museo della Grafica di Pisa ha inaugurato Ultrasky: alla scoperta del Blu Egizio dalle Arti alle Scienze, una mostra straordinaria che unisce arte, scienza e tecnologia per raccontare la storia e l’innovazione del Blu Egizio.
Questo antico pigmento, sviluppato oltre 5.000 anni fa e utilizzato per millenni nell’antichità mediterranea, viene esplorato in una nuova prospettiva che ne celebra non solo il ruolo artistico, ma anche il sorprendente potenziale tecnologico e scientifico.
L’approccio di Maip Compounding va oltre il supporto al mondo artistico, posizionandosi come un pioniere nell’utilizzo del Blu Egizio per applicazioni industriali avanzate.
I filamenti by Filoalfa sviluppati per Ultrasky dimostrano un’elevata versatilità, aprendo scenari entusiasmanti in numerosi settori.
Grazie alla sua tecnologia avanzata, Maip Compounding è in grado di sviluppare granuli innovativi contenenti il Blu Egizio, che possono essere destinati a una vasta gamma di applicazioni.
Il Blu Egizio: Storia, Arte e Innovazione
Riconosciuto come il primo pigmento sintetico della storia, il Blu Egizio andò perduto durante il Medioevo, riaffiorando nel Rinascimento in opere iconiche, come gli affreschi di Raffaello a Villa Farnesina.
Oggi, dopo essere stato a lungo considerato una curiosità scientifica, ha guadagnato crescente attenzione grazie alle sue caratteristiche uniche, aprendo nuove prospettive in settori come la sensoristica, i concentratori solari, la medicina e le tecnologie per il risparmio energetico.
L’interesse moderno verso il blu egizio iniziò nel 1996, quando si scoprì la sua capacità di emettere una forte fotoluminescenza nel vicino infrarosso (NIR) quando esposto alla luce visibile. Successivamente, nel 2013, venne dimostrato che poteva essere esfoliato per produrre nanosheet luminescenti, posizionandolo tra i materiali nanostrutturati più promettenti.
Più recentemente, la scoperta della sua biocompatibilità, degli effetti antibatterici e delle proprietà ottiche, elettriche e magnetiche ha ulteriormente rafforzato il suo potenziale. Studi in corso esplorano il suo impiego come semiconduttore, nei laser e nelle fibre ottiche, promettendo applicazioni innovative.
Ultrasky celebra questo pigmento attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea, coinvolgendo nove artisti di fama internazionale che hanno reinterpretato il Blu Egizio in opere originali, declinandolo in diverse discipline:
Un Viaggio Immersivo nella Materia
La mostra offre un’esperienza unica: grazie a visori all’avanguardia, i visitatori potranno osservare la luminescenza infrarossa del Blu Egizio, un fenomeno che rende visibile la sua luce unica e svela dettagli nascosti delle opere. Questo dialogo tra estetica e scienza mostra la versatilità del pigmento, dall’antico fascino artistico alle sue applicazioni contemporanee.
Innovazione e Sostenibilità
La storia del Blu Egizio si intreccia con le sue caratteristiche tecniche straordinarie.
La sua straordinaria stabilità è attribuibile alla composizione chimica principale, CaCuSi4O10, un composto molto stabile e il corrispettivo sintetico del raro minerale cuprorivait.
La caratteristica distintiva del blu egizio, la fotoluminescenza NIR, lo rende particolarmente interessante per applicazioni in bioimaging, sensoristica, inchiostri di sicurezza e persino nel tracciamento di oggetti tramite marcatori invisibili, con possibili utilizzi futuri in settori avanzati come la guida autonoma e il telerilevamento.
Anche le sue proprietà antibatteriche sono degne di nota. A differenza di altri sistemi basati su ioni di argento o rame, il blu egizio non è citotossico, risultando quindi adatto a cosmetici, tecniche di medicina rigenerativa e altre applicazioni mediche sperimentali. È inoltre altamente resistente a luce, temperatura, pH e salinità, qualità che lo rendono ideale per l’uso in ceramiche e plastiche, oltre che un’alternativa sostenibile ad altri pigmenti blu come il blu di cobalto.
Infine, il blu egizio è un materiale ecologicamente sostenibile: la sua produzione utilizza materiali largamente disponibili, con circa l’83% proveniente da scarti come gusci di riso e gusci d’uovo, mentre il restante può essere ottenuto dal riciclo del rame. Questa combinazione di caratteristiche tecniche e sostenibilità lo rende un materiale di grande interesse per il futuro.
Un Progetto Itinerante
Promossa da BLUENET, la più grande rete mondiale dedicata allo studio del Blu Egizio, con la collaborazione di Adamantio srl e il supporto di Eni S.p.A., Ultrasky è curata dal critico d’arte Rolando Bellini, dal tecnologo Marco Nicola e dal Linceo Antonio Sgamellotti. Dopo Pisa, la mostra farà tappa a Ercolano, Cisterna di Latina, Catania, Milano e Torino, offrendo al pubblico l’opportunità di scoprire le straordinarie connessioni tra arte, scienza e sostenibilità.
Con Ultrasky, il Blu Egizio si rivela un ponte tra passato e futuro, tra arte e scienza, affermandosi non solo come una meraviglia del passato, ma anche come una risorsa per affrontare le sfide del nostro tempo.