Leggera, facile da modellare, resistente agli urti, all’umidità, ai detergenti, ai cambiamenti di temperatura, biocompatibile, tailor-made, disponibile in migliaia di formulazioni e colori, più economica degli altri materiali, la plastica è un materiale democratico ed ecologico, essenziale per il nostro pianeta.
DEMOCRATICA perché ha permesso di produrre a costi accessibili a tutti qualunque tipo di macchinario e di dispositivo, riducendo le differenze di classe.
ECOLOGICA perché ha permesso di salvare diversi materiali naturali che diversamente sarebbero stati destinati all’estinzione.
Indispensabile in qualunque settore della vita, dalle costruzioni all’elettronica, dall’auto allo sport, dal packaging alla medicina , è utilizzata con moltissime tecnologie, capaci di trasformare idee in prodotti e semilavorati ormai indispensabili nell’uso quotidiano.
Ciò che la rende ancora più eccezionale è che può essere riciclata e riusata molteplici volte con basso dispendio energetico.
Secondo la teoria di Ad Lanskin la riduzione, il riutilizzo ed infine il riciclo rappresentano le azioni prioritarie per lo sviluppo di un’economia sostenibile.
Ad Lansink è riconosciuto a livello internazionale per aver creato la gerarchia dei rifiuti originale o “La scala di Lansink” ed è spesso chiamato “padre della gerarchia dei rifiuti”.
La gerarchia di gestione dei rifiuti indica un ordine di preferenza per le azioni volte a ridurre e gestire i rifiuti dalle azioni più favorevoli a quelle meno favorevoli per il nostro ambiente, al fine aiutare a prevenire le emissioni di gas a effetto serra, ridurre le sostanze inquinanti, risparmiare energia, conservare le risorse, creare posti di lavoro e stimolare lo sviluppo di tecnologie verdi.
Una linea guida per i consumatori e le imprese per generare una quantità minima di rifiuti per singolo prodotto stimolando un’economia circolare e promuovendo la sostenibilità suddivisa in 6 opzioni:
Riduzione
Ridurre al minimo gli sprechi sostituendo i prodotti inquinanti con alternative biodegradabili.
Riutilizzo
Riutilizzando i materiali si riduce anche la quantità di rifiuti.
Raccolta differenziata
La maggior parte dei rifiuti può essere riciclata. Il riciclaggio è un processo (lungo) in cui gli articoli o i materiali di scarto vengono separati, raccolti ed elaborati per produrre un prodotto completamente nuovo. Il riciclo è un’opzione da preferire quando i rifiuti non possono essere riutilizzati. Previene la necessità di estrarre risorse grezze o vergini.
Energia
La Generazione di energia da materiali di scarto (misti). Questo è anche noto come “conversione dei rifiuti in energia”. Anche il compostaggio di rifiuti organici o di biomassa è una forma di recupero energetico.
Incenerimento
L’incenerimento è una forma di combustione di materiali di scarto. Ma in questo caso non viene prodotta energia bruciando i rifiuti. Lo scopo dell’incenerimento è di smaltire i rifiuti al fine di evitare che vengano scaricati in discarica.
Discarica
Una discarica è un sito per lo smaltimento di rifiuti nel terreno. Tra i diversi metodi di smaltimento dei rifiuti e il meno favorito.
Nell’ambito del riciclo quello meccanico funziona molto bene per gli articoli che sono venduti in grandi volume e quindi dove esiste una filiera ben organizzata. In questo caso il materiale riciclato è idoneo ad essere rifuso e stampato o estruso per produrre nuovi articoli.
Il riciclo chimico, è invece un processo che può essere fatto per tutti i materiali contenenti carbonio, anche se gli articoli sono contaminati oppure in multistrato. Nova Institute chiama questa sorgente come “Renewable Carbon from the Techno-sphere”. I costi sono però molto elevati, ma alcune Società stanno facendo studi approfonditi, utilizzando plastica mista. Anche quella che c’è negli Oceani potrebbe essere una fonte.
La nostra famiglia LIFE TWO, seconda vita, raccoglie un ampio range di materiali che derivano da scarti di produzione industriale e da post consumo proprio da riciclo meccanico.
Sono prodotti che prevedono l’utilizzo, totale o parziale, di materiale derivante dal post-consumo, cioè materiale che ha già fatto la sua vita lavorativa, ma che, invece di finire in discarica o bruciato, può ancora avere una seconda e terza vita. Grazie ad una filiera controllata che garantisce la raccolta ed il recupero dello scarto, la nostra divisone produttiva avvia un attento processo di rinobilitazione che permette il reinserimento dello stesso in un nuovo processo produttivo. Sono studiate formulazioni specifiche per il settore automotive caricate rinforzate fibra vetro, come PP, ABS, PC/ABS, PA 6 & 66, PET.
A queste si aggiungono formulazioni estetiche e funzionali adatte ai settori più diversificati, dall’arredo al piccolo elettrodomestico.
L’esempio migliore è il PET da bottiglia che può essere usato per produrre fibre sintetiche per tessuto, nuove bottiglie, o altri articoli, ad es rinforzandolo con fibra vetro. Tuttavia il re-melting e il re-processing dei polimeri può essere fatto solo 2-3 volte, in quanto ogni volta il peso molecolare si riduce come le proprietà fisico-meccaniche.
Rientra in questa categoria anche la nostra famiglia QUID, prodotti BIOCOMPOSITI o ibridi, dove componenti naturali si miscelano a polimeri termoplastici.
QUID (dall’accezione latina “che cosa”, perché alla ricerca della propria identità materica) introduce una nuova famiglia di materiali “ibridi”. Il materiale plastico incontra uno o più materiali naturali, o scarti dei medesimi, dando una nuova connotazione di prodotto e superando la tradizionale dicotomia tra artificiale e naturale.
Il warmi è un ibrido avanzato dove le fibre di legno naturali sono incorporate in una matrice poliolefinica per produrre un materiale Ecologico3volte. Si lavora come il legno, ma è trasformabile come un termoplastico. La flessibilità progettuale offerta dalle tecnologie di stampaggio ad iniezione e di estrusione permette le più svariate soluzioni di design. Profuma e si lavora come il legno ma non è legno! NON marcisce, non fa schegge, resiste ad umidità, piogge saline, acqua di mare, a cloro.
Ecologico3volte perché utilizza derivati dalla lavorazione del legno, è a sua volta completamente riciclabile, e non necessita dei classici trattamenti protettivi del legno altamente inquinanti. E’ utilizzabile per applicazioni diverse, dall’interior all’outdoor, dal particolare al generale. Rispetto ai polimeri tradizionali non rinforzati, offre maggiore rigidità, maggiore resistenza alla flessione e ai carichi di strappo delle viti, migliore stabilità termica, cicli ridotti di stampaggio, bassissimo ritiro e quasi totale assenza di risucchi, smorzamento acustico e di vibrazioni.
Nell’ambito del riciclo chimico Il Gruppo MAIP sta concludendo un accordo con Eastman per valorizzare e promuovere un nuovo materiale. Eastman infatti ha deciso di investire 200 mln di dollari in questo progetto per usare il carbonio rinnovabile come feedstock:“Eastman’s ability to turn all plastics back into their constituent molecules is a potential game-changer.”Questo Progetto è potenzialmente un elemento disruptive per l’industria della plastica.
In ogni caso le percentuali di riciclo sono ancora molto basse.
Secondo la fondazione Ellen Macarthur infatti solo il 14% della plastica destinata al packaging è riciclata e solo il 2% in un circuito chiuso. La percentuale di plastica riciclata nel settore del packaging è molto inferiore a quella della plastica globale e sotto quella globale per il riciclo della carta (58%), ferro (70%),e acciaio (90%).
Da qui si è aperto un ampio dibattito che ha determinato le restrizioni ai monouso stabilite da Bruxelles, basate su criteri ambientali. Il concetto di sostenibilità si è reso ancora più complesso nel mondo delle materie plastiche In Europa con la diffusione Del Covid, tanto da spingere la federazione delle aziende che trasformano materie plastiche EuPC a chiedere pubblicamente alla Commissione europea di rinviare l’applicazione della Direttiva SUP, poiché stoviglie e articoli monouso, non così facilmente sostituibili, garantiscono un maggior grado di igiene e di sicurezza alimentare e possono contribuire a ridurre la diffusione del contagio.
Ecco perché LADDOVE IL RICICLO MECCANICO o CHIMICO NON SIA POSSIBILE, prima di bruciare o buttare in discarica, c’è ancora l’opzione di SCEGLIERE I MATERIALI PIU’ IDONEI per DETERMINATE APPLICAZIONI.
Di Nel «Laureato», il film del 1967 con Dustin Hoffman e Anne Bancroft, un collega del padre consiglia a Ben, appena uscito dal college, la strada da percorrere: «C’è un grande futuro nella plastica».
Oltre quarant’anni dopo, la storia si ripete. La plastica del nostro futuro, però, non viene dal petrolio. Viene dai campi, da fonti vegetali e animali, dalle alghe o da qualunque biomassa utile anche per produrre biocarburanti o biopolimeri. Si chiamano BIOPLASTICHE.
Le bioplastiche crescono ormai da anni con tassi a due cifre e le prospettive di sviluppo sono ancora più marcate, grazie al caro greggio, ma anche all’insostenibilità ambientale dei materiali non biodegradabili che ingombrano le nostre spiagge e sporcano i mari del mondo.
Le Bioplastiche, o meglio, le plastiche BIODEGRADABILI sono la migliore risposta per applicazioni ad es. nel packaging o in agricoltura, ortocoltura e acquacoltura, quando la biodegradazione offre una diversa accettabile possibilità di fine vita di un prodotto, non disponibile per plastiche tradizionali , siano esse vergini o riciclate.
Compostaggio industriale, home composting, degradazione anaerobica, degradazione naturale in ambienti diversi sono SOLUZIONI DI FINE VITA NON DISPONIBILI PER LE PLASTICHE TRADIZIONALI. Le plastiche BIODEGRADABILI sono la risposta più accettabile quando un rilascio involontario (o anche volontario…) avviene in ambiente terrestre o acquatico. Fermo restando che IN MARE o in SPIAGGIA NON SI DEVE BUTTARE NULLA!
I materiali BIODEGRADABILI sono quindi importanti o addirittura indispensabili quando:
Il riciclo è impraticabile ed antieconomico.
La biodegradabilità è una proprietà funzionale all’applicazione.
Esiste un rischio di dispersione nell’ambiente.
Non sussistono migliori opzioni di fine vita del prodotto.
Le applicazioni sono legate al food o ad articoli monouso.
Possono contribuire a ridurre l’inquinamento marino.